La Vaginoplastica

L’ intervento chirurgico di vaginoplastica nell’ ambito di affermazione di genere permette alla donna transessuale di completare l’ affermazione chirurgica di genere e vivere la vita pienamente nel genere desiderato.

La vaginoplastica è un intervento chirurgico con il quale i genitali maschili vengono adeguati in tal modo da diventare simili a genitali femminili. L’intervento viene praticato per la trans donna per far sì che l’aspetto e la funzionalità dei genitali siano il più possibile simili al genere desiderato femminile.

Esistono molte varianti di tecniche chirurgice che vengono utilizzate nell ambito di chirurgia urogenitale ricostruttiva con lo scopo di affermazione di genere da sesso maschile a sesso femminile. La technica chirurgica di cambio di sesso da uomo a donna e a scelta della paziente dopo che il chirurgo avra proposto la tecnica chirurgica piu adatta alle charatteristiche anatomiche della paziente.

L intervento per cambiare sesso da uomo a donna puo essere diviso in fase chirurgica di asportazione di organi maschili, con la preservazione del clitoride e nervi erogeni, seguita dalla fase ricostruttiva, dove gli organi genitali femminili saranno costruiti.

La fase ricostruttiva consiste nella costruzione di vagina, clitoride con prepuzio del clitoride, uretra del tipo femminile, grandi labbra e piccole labbra.

Le aspettative

Con l intervento di vaginoplastica e possibile ottenere un risultato molto realistico con ottima funzionalità.

Formazione di clitoride sensibile e erogeno al tocco, aspetto dei genitali esteriore simile a genitali femminili naturali, formazione dell’ uretra del tipo femminile con normale funzionalita minzionale, formazione di una vagina abbastanza profonda con diametro sufficiente da poter consentire alla paziente il piacere di attivita sessuale.

L aspetto e funzionalità dei genitali costruiti può variare da un paziente all’ altro e dipende da molti fattori unici ad ogni paziente sottoposta all intervento (qualita dei tessuti utilizzati, circoncisione preoperatoria, guarigione dei tessuti, eventuale infezione, formazione di ciccatrici, terapia e riabilitazione dopo intervento – qualita di dilatazione etc.).

Tempi di recupero dopo vaginoplastica

Il recupero dopo una vaginoplastica richiede pazienza, tempo e cura.

Le tempistiche di recupero possono variare ampiamente da persona a persona e dipendono anche dalla technica chirurgica usata. 

Le seguenti sono delle linee guida generali:

Dopo l’intervento, le pazienti di solito rimangono ricoverate in ospedale per circa 5-7 giorni per monitoraggio delle condizioni mediche e per assicurarsi che non ci siano complicanze immediate.

Dopo la dimissione dall’ospedale, si raccomanda un periodo di riposo di 4-6 settimane durante il quale l’attività fisica dovrà essere fortemente limitata. È importante evitare sollevamento di pesi, esercizi intensi, o qualsiasi tipo di sforzo che possa mettere pressione sull’area operata.

La dilatazione vaginale è una parte importante del recupero e deve iniziare a seconda delle istruzioni del chirurgo, tipicamente qualche settimana dopo l’operazione. All’inizio sarà un processo frequente e rigoroso, e la paziente dovrà dilatare diverse volte al giorno per mantenere la profondità e la larghezza della nuova vagina.

La maggior parte delle persone può iniziare a tornare alle normali attività quotidiane dopo circa 6-8 settimane, ma questo dipenderà dalle specifiche condizioni di recupero e dal tipo di lavoro o attività svolte. L’attività sessuale può essere ripresa generalmente dopo 3 mesi, ma anche questo dipenderà dalle istruzioni specifiche del chirurgo.

Il processo di guarigione completo può richiedere da 6 mesi a 1 anno. Durante questo periodo, le cicatrici dovrebbero sbiadire e il tessuto intorno alla zona operata dovrebbe stabilizzarsi.

È importante ricordare che ogni persona è unica, e quindi anche l’esperienza del recupero può variare notevolmente. Riscontrare dolore, gonfiore e sanguinamento intermittente nelle prime fasi del recupero può essere normale, ma qualsiasi preoccupazione deve essere discussa con il medico. Seguire attentamente le istruzioni post-operatorie e mantenere una comunicazione aperta con il team di assistenza sanitaria è vitale per un recupero sicuro ed efficace.

Le dilatazioni vaginali

Uno degli aspetti post-operatori più importanti della vaginoplastia è la pratica della dilatazione vaginale. Dopo la chirurgia, il nuovo canale vaginale deve essere dilatato regolarmente per prevenire la formazione di cicatrici che potrebbero ridurne la profondità e l’ampiezza. 

I pazienti generalmente iniziano con dilatatori di dimensioni più piccole, aumentando gradualmente la dimensione nel tempo per mantenere la funzionalità della vagina e consentire rapporti sessuali senza dolore. La frequenza e la durata delle dilatazioni possono variare a seconda delle istruzioni del chirurgo, ma tipicamente si inizia con diverse sessioni al giorno, riducendole progressivamente dopo alcuni mesi. 

I risultati delle dilatazioni sono cruciali per garantire il successo della vaginoplastia. Una dilatazione corretta porta a:

– Mantenimento della profondità e dell’ampiezza della vagina: Questo consente di avere normali attività sessuali.

– Riduzione del rischio di stenosi vaginale: La stenosi può causare la chiusura o il restringimento della vagina, rendendo difficile o impossibile la penetrazione.

– Prevenzione della formazione eccessiva di tessuto cicatriziale: Questo può portare alla perdita di elasticità e funzionalità.

Le dilatazioni hanno anche un impatto emotivo e psicologico. La procedura può essere vista come un promemoria quotidiano del processo di transizione e può influenzare l’autostima e la qualità della vita sessuale. Alcuni pazienti possono trovare la dilatazione invasiva o scomoda, ma è essenziale per il benessere a lungo termine.

L’adempimento delle raccomandazioni sulla dilatazione dopo una vaginoplastia è essenziale per preservare i risultati chirurgici e promuovere una vita sessuale sana e soddisfacente. Le dilatazioni non solo mantengono le caratteristiche fisiche della vagina creata, ma contribuiscono anche ad una migliore accettazione del proprio corpo e alla conferma dell’identità di genere.

Il protocollo di dilatazione vaginale

Il protocollo di dilatazione post-vaginoplastica:

Preparazione: Assicurati di avere l’area pronta e comoda dove svolgerai la dilatazione, i dilatatori sterili, e il lubrificante a base d’acqua.

Igiene: Prima di iniziare, lavati le mani e pulisci i dilatatori secondo le indicazioni fornite dal chirurgo.

Posizione: Assicurati di essere in una posizione comoda dove ti senti rilassata.

Lubrificazione: Applica abbondante lubrificante sul dilatatore e anche all’ingresso della neovagina.

Inserimento: Con molta dolcezza, inserisci il dilatatore nella neovagina. Inizia con un angolo verso il basso (verso il letto) e poi regola l’angolo in modo che il dilatatore si spinga verso la parte posteriore del canale vaginale.

Dilatazione: Mantieni il dilatatore in posizione applicando una pressione costante ma controllata. Il tempo di dilatazione può variare in base alle indicazioni del chirurgo, generalmente è tra i 15 e i 30 minuti per ogni sessione.

Frequenza: Inizialmente, potrebbe esserti richiesto di dilatare più volte al giorno, con la frequenza che potrebbe ridursi con il passare del tempo. Il programma specifico deve essere fornito dal tuo chirurgo.

Conclusione: Una volta terminato il tempo necessario, rimuovi con cautela il dilatatore.

Pulizia: Dopo la dilatazione, pulisci i dilatatori e mantienili in un ambiente igienico per la prossima sessione.

È molto importante seguire attentamente le istruzioni del tuo chirurgo.

Infine, ogni paziente è diversa e i programmi di dilatazione possono essere personalizzati a seconda della technica di vaginoplastica eseguita, delle necessità della paziente e dei progressi post-operatori. Assicurati di mantenere un dialogo aperto con il tuo chirurgo e di comunicare qualsiasi preoccupazione o complicazione che potresti sperimentare durante il processo di guarigione e dilatazione.

Vaginoplastica a inversione peniena “la classica tecnica”

La tecnica di prima scelta é la viginoplastica con utilizzo di lembo di cute peniena – inversione peniena.

L’ inversione peniena e la tecnica più comune e più praticata di tutte. La vagina viene costruita rovesciando il lembo di cute peniena ben vascolarizzata.

Vaginoplastica a inversione penoscrotale

La viginoplastica con utilizzo di lembo di cute peniena unito a lembo di pelle dello scroto – inversione penoscrotale.

Unendo la pelle vascolarizzata del pene e dello scroto, l’ inversion penoscrotale rende possibile la formazione di una vagina più ampia.

I risultati di vaginoplastica

E sconsigliata la visione a minorenni.

I risultati di vaginoplastica

Colon vaginoplastica

La vaginoplastica con l’ uso di intestino ossia la colon vaginoplastica e di solito scelta dalla paziente come secondo intervento in caso di complicazioni dopo un intervento insoddisfacente ed é raramente la prima scelta siccome la colon vaginoplastica può comportare diversi rischi e complicazioni gravi.

Può pur sempre essere la prima scelta della paziente.

PPV – Pedicled peritoneal flap vaginoplasty o penile peritoneal vaginoplasty

Un nuovo trend negli ultimi anni e la vaginoplastica con peritoneo addominale ossia la PPV – Pedicled Peritoneal Flap Vaginoplasty o Penile Peritoneal Vaginoplasty. La vaginoplastica peritoneale può dare ottimi risultati é pero più invasiva dalle tecniche classiche con inversione cutanea.

Graft vs. Flap

Nel campo della chirurgia di riassegnazione di genere, specificamente per le persone transgender che desiderano una vaginoplastica, due delle opzioni principali sono rappresentate dalla tecnica con innesto cutaneo (graft) e dalla tecnica con lembo (flap). Entrambe le procedure sono finalizzate a creare una neovagina funzionale e esteticamente gradevole, ma presentano differenze significative che è importante considerare attentamente.

La vaginoplastica con innesto cutaneo coinvolge l’utilizzo di pelle prelevata da una zona donatrice, come ad esempio la regione scrotale (o altre), per formare la neovagina. Questo tipo di procedura è spesso scelta per la sua relativa semplicità e il minor rischio di complicazioni intraoperatorie rispetto alla tecnica con lembo. Tuttavia, è fondamentale comprendere i potenziali svantaggi associati all’utilizzo di un innesto cutaneo per la creazione della neovagina.

Uno dei principali svantaggi della vaginoplastica con innesto cutaneo è rappresentato dalla possibile contrattura dello stesso. Questo fenomeno si verifica quando l’innesto cutaneo subisce una riduzione delle dimensioni, causata dalla retrazione del tessuto durante il processo di guarigione. La contrattura dell’innesto può determinare un restringimento della neovagina e compromettere la sua funzionalità, richiedendo interventi correttivi successivi per ripristinare le dimensioni desiderate.

Inoltre, l’innesto cutaneo può presentare limitazioni in termini di spessore e consistenza, che influenzano direttamente la funzionalità e la sensibilità della neovagina. Poiché la pelle prelevata per l’innesto non è intrinsicamente simile al tessuto vaginale, di conseguenza la neovagina risultante dalla vaginoplastica con innesto cutaneo non offre la stessa elasticità e consistenza di una vagina naturale.

Comparativamente, la vaginoplastica con lembo coinvolge il prelievo di tessuto dalla stessa area anatomica in cui verrà collocata la neovagina, spesso utilizzando la cute del pene o lo scroto per formare il lembo. Questa tecnica mira a ridurre al minimo le complicazioni legate alla contrattura dell’innesto e a offrire una neovagina più simile a una vagina naturale dal punto di vista funzionale con migliore sensibilità, elasticità e consistenza. Tuttavia, la vaginoplastica con lembo può comportare rischi aggiuntivi associati alla manipolazione del tessuto vascolare, che richiedono competenza e esperienza chirurgica specializzata. Inoltre, la vaginoplastica con lembo può richiedere una maggiore durata dell’intervento rispetto alla tecnica con innesto cutaneo.

È importante sottolineare che sia la vaginoplastica con innesto cutaneo che quella con lembo presentano rischi e complicazioni associate, e la scelta tra le due opzioni deve essere valutata attentamente in base alle esigenze individuali della paziente e alla consultazione con un chirurgo esperto in chirurgia di riassegnazione di genere.

In conclusione, mentre la vaginoplastica con innesto cutaneo può offrire vantaggi in termini di semplicità e riduzione del rischio intraoperatorio, è essenziale essere consapevoli dei potenziali svantaggi legati alla contrattura dell’innesto e alle limitazioni della consistenza e dell’elasticità della neovagina risultante. La decisione tra la tecnica con innesto cutaneo e quella con lembo richiede una valutazione approfondita dei rischi e dei benefici, tenendo conto delle preferenze individuali e delle necessità della paziente.

“Consiglio vivamente questa equipe per sottoporsi ad un intervento così delicato.”

Sono una donna transgender, questa estate dopo aver ottenuto la sentenza e le perizie che mi consentivano di sottopormi alla vaginoplastica, mi sono informata sulla clinica più adatta dove operarmi.

Durante la transizione mi sono sottoposta a diversi interventi per femminilizzarmi ed ho trovato una valida alleata nella clinica Fabjan in Slovenia. Da subito s è instaurato un rapporto di fiducia e professionalità che m ha fatta sentire accolta e al sicuro. Grazie a questo contatto sono venuta a conoscenza del dottor Milos Petrovic.

Sapere dell’esperienza del dott. Petrovic, mi sono decisa ad incontrarlo per esser messa a conoscenza di tutto ciò che comportava l intervento. S è instaurata una fiducia immediata e da li a qualche mese l intervento è stato pianificato.

Il 1 ottobre siamo giunti al passo più importante che ha completato la mia transizione. Ero carica di emozioni e molto consapevole del passo che stavo per compiere. L intervento è andato a buon fine, grazie ad una equipe specializzata sono rinata.

Sono felice di tutto il decorso e di come sono stata accompagnata nelle tappe successive all’intervento. Si sono rivelati tutti molto empatici oltre che professionali, ogni domanda trovava risposta con cortesia e rapidità.

Consiglio vivamente questa equipe per sottoporsi ad un intervento così delicato.

La testimonianza della nostra paziente.

“Ci rendiamo conto della delicatezza e dell’ importanza dell’ intervento che cambierà la tua vita.”

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva nella donna transessuale, nota anche come MtF top surgery, si pratica nella donna transessuale MtF con lo scopo di femminizzazione del petto.

MtF top surgery